La storia della Città raccontata dai fotografi di cronaca

manifestoRaccontare con 279 fotografie 32 anni di storia di Perugia non è impresa semplice o facile. Questa sfida è stata raccolta e vinta da tre perugini: Alberto Mori, Federico Fioravanti ed Alvaro Fiorucci, che utilizzando il materiale messo a disposizione dai fotografi della cronaca locale (Giancarlo Belfiore, Piero Crocchioni, Marco Giugliarelli, Stefano Medici e Roberto Settonce) hanno messo in piedi a Palazzo della Penna una mostra che racconta i fatti, le trasformazioni del costume, le grandi opere pubbliche realizzate, gli avvenimenti culturali, gli spettacoli, la cronaca nera e le imprese sportive, avvenuti nella nostra città dal 1978 al 2010.
La quasi totalità dei fatti raccontati, in quanto cittadini di Perugia non più tanto giovani, ci hanno visto spesso spettatori, ma anche molte volte protagonisti diretti o indiretti. Questo giustifica il nostro coinvolgimento emotivo!
Tra le foto esposte, non si possono non citare quelle relative all’arrivo dell’Euro, alla visita del Papa, agli avvicendamenti degli Arcivescovi, alle calamità atmosferiche che hanno popolato le giornate dei perugini in quegli anni.
Rivedere Corso Vannucci pieno di macchine fino all’inverosimile fa una certa impressione! I Giovani seduti sulle scale del Duomo erano sicuramente molto più composti rispetto a quelli di oggi, non c’erano spacciatori e bottiglie di birra.
Quanta nostalgia per i tavolini del Falci! In quegli anni i pulman facevano la ruota in Piazza Matteotti.
Un grande spazio nella mostra è riservato alla pasticceria Sandri, che con le sue impareggiabili vetrine ha sottolineato, e continua a sottolineare, tutti i grandi avvenimenti della Città.
Perugia è cambiata moltissimo in questi trenta anni: è diventata multietnica. Questa mostra ce ne da testimonianza: i musulmani pregano in via dei Priori e le africane chiacchierano sull’uscio con le nostre vecchie!
Le grandi opere realizzate sono tutte testimoniate, dal restauro della Sala dei Notari, alla pavimentazione di Corso Vannucci. La mostra non a caso parte dalla data di inizio dei lavori della ripavimentazione del Corso.
Irriconoscibile appare Fontivegge al tempo della demolizione della vecchia fabbrica della Perugina. Le scale mobili hanno trasformato profondamente l’aspetto di via della Cupa, Piazzale Europa è stato completamente stravolto. La fontana Maggiore impacchettata è solo dell’altro ieri.
Una cosa singolare della mostra è l’aver dato poco spazio ai personaggi della politica, se non quando era proprio necessario. Il minimetro è celebrato in tutti i modi, sia nella sua realtà che nella interpretazione di Carla Schucani. Le foto della chiusura e della demolizione dell’ospedale di Monteluce ci hanno inquietato particolarmente.
Tanti personaggi noti si susseguono: Pasquale Lucertini, Mariella Chiarini, Franco Biccini, Paolo Vinti, Alba Buitoni, il principe Alberto di Monaco, Luca Ronconi e Mariangela Melato. Dario Fo sembra un satiro danzante.
Grande spazio è riservato alle altre grandi mostre: Perugino e Dottori.
Carlo Pagnotta e Renzo Arbore hanno il loro posto d’onore: non sono personaggi indifferenti nella storia cittadina!
I fatti di cronaca, soprattutto quelli tragici e drammatici, avremmo voluto non ricordarli, ma purtroppo nella storia della città ci sono anche quelli.
I grandi momenti dello sport perugino sono stati tutti puntalmente annotati: il Perugia dei miracoli, i grandi tornei sportivi. Abbiamo ritrovato Ghini, Gaucci, Dattoma, Cosmi, il pugile Rosi, l’RPA del volley ed ovviamente tutti gli altri atleti che hanno illustrato la città e che tante soddisfazioni ci hanno riservato nei pomeriggi domenicali.
In conclusione si tratta di una mostra molto bella e da non perdere. Ottima è la scelta delle foto, impeccabile la filologia del racconto, puntuali ed essenziali le didascalie.
La mostra ci è sembrata un grande atto d’amore dei curatori verso la nostra bella città. Il catalogo, molto ben fatto, è reperibile nelle librerie della città. Complimenti all’Assessorato alla Cultura per l’intelligenza della scelta operata.
Elmo Mannarino