illi1RI-VALUTARE L’ERRORE è il titolo dell’ultimo numero (26) di una raffinata e gioiosa rivista: illywords, edita dal gruppo Illy caffè (per me il più squisito dei caffè…!)
Uno degli articoli: ‘M’illumino di sbaglio’ è l’intervista che Lilia Ambrosi fa a Gabriella Ripa di Meana, psicanalista, della quale Astrolabio ha da poco pubblicato un testo che ha per titolo: ‘Il Sogno e l’Errore’.
Mi piace riportare del testo, in particolare, una delle domande e la relativa risposta.

Nel suo libro lei definisce l’errore ‘preziosa e imprescindibile creazione in grado di farci migrare, mutare e anche amare'”.

Imprescindibile, perché non si può vivere senza errare, sbagliare, fraintendere e dimenticare. Non si può vivere senza soffrire. Ma oggi il dolore psichico viene preferibilmente definito ‘disturbo’  o ‘errore del comportamento’. Quindi qualcosa da eliminare, annullare, censurare come una pecca: qualcosa che non va. Io penso invece (sostenuta e arricchita dalla mia lunga pratica clinica) che proprio dall’errore e grazie all’errore emerga una parte preziosa della nostra psiche (o anima) che spesso, non trovando altri modi per dire la sua peculiarità e il suo dissenso, erra per poter errare ovvero per poter viaggiare, muoversi, migrare scoprendo tagli nuovi sia di sé che dell’altro.
Non penso, però, che l’errore vada idealizzato (anche perché ogni idealizzazione fissa e rende lapidaria l’esperienza) penso invece che vada ascoltato, rispettato e, quando è possibile, animato.
Beckett scriveva così: ‘sbaglia, sbaglia ancora, sbaglia meglio’. Mi sembra che questa parole segnalino, fra l’altro, come da ogni errore – diversamente articolato o capito – non si esca senza sbagliare più, ma soltanto sbagliando con nuovi errori… errori più intimi, più fecondi, meno alienanti.”